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Luca Roncoroni – architetto e artista del ghiaccio

Dormire al freddo può essere un’esperienza più bella ed interessante di ciò che sembra; o almeno, se lo si fa in una stanza costituita di ghiaccio e neve, con sculture artistiche da togliere il fiato.

Ed è proprio in questo ambito che lavora Luca Roncoroni, architetto del ghiaccio e direttore creativo dell’Icehotel, il primo hotel al mondo fatto interamente di ghiaccio e neve, dove turisti da tutto il mondo e di tutte le età soggiornano per una esperienza unica.

L’Icehotel oggigiorno si trova in varie parti del mondo, ma la costruzione originaria si trova a Jukkasjärvi, in Svezia che quest’anno compie trent’anni. Dal 2016, solo ed unicamente nell’Icehotel svedese è possibile godere di questa esperienza tutto l’anno e non solo durante l’inverno, ciò grazie alla creazione dell’”Icehotel 365″: il classico Icehotel, ma refrigerato per tutto l’anno.

L’Icehotel è visitabile di giorno come un museo, per diventare poi, la sera, un hotel per clienti da tutto il mondo.

È possibile soggiornare nelle stanze di ghiaccio solamente per la notte (tendenzialmente una sola notte) vivendo un’esperienza unica. Il resto dei servizi viene erogato nelle camere “calde” o convenzionali. L’Icehotel, infatti, è organizzato con entrambe le modalità.

L’hotel di ghiaccio viene costruito ogni anno d’inverno sulle sponde del fiume Torne e si scioglie in primavera tornando nel fiume, rendendo quindi il processo ecosostenibile. Il processo di estrazione e utilizzo della materia prima è particolare e consiste nell’estrazione, a marzo quando il fiume è ghiacciato e il ghiaccio è a circa un metro di spessore, di circa 1200/1300 enormi blocchi di ghiaccio che vengono immagazzinati in capannoni refrigerati e utilizzati solamente l’anno seguente, a novembre, per la costruzione.

La zona in cui si trova l’hotel di ghiaccio è un luogo sottoposto a temperature rigide durante l’anno, e di recente con il cambiamento climatico le escursioni termiche sono sempre maggiori fino al punto da passare da + 5 a – 30 C° nell’arco di 24 ore. Ciò rende ancora più difficile il lavoro con il ghiaccio e la neve visto che la temperatura ideale di lavorazione corrisponde a – 10 C°; temperature troppo basse rendono il ghiaccio fragile.

Particolarità dell’Icehotel è che la temperatura interna è costante attorno ai – 4 C°, indipendentemente dalla temperatura esterna.

Una domanda forse sorge spontanea su queste costruzioni in ghiaccio: come si garantisce la sicurezza in un edificio composto da un materiale così instabile? Durante l’arco di vita dell’Icehotel, studenti di ingegneria fanno controlli e misurazioni in maniera costante. Con il passare degli anni, coloro che lavorano in questo ambito hanno acquisito una grande esperienza su come bisogna costruire pareti e soffitti e sul livello di compattezza ottimale della neve. Ogni giorno, per di più, vengono effettuati controlli sia visivi che meccanici per assicurarsi che la struttura sia sicura. Un’altra misura di sicurezza che si intraprende è la chiusura anticipata delle zone dell’hotel più esposte al sole.

Certamente lavorare con il ghiaccio, una “materia vivente” che si adatta a varie temperature, non è per nulla semplice, ma è proprio questa una delle ragioni per cui Luca ha scelto di intraprendere questo tipo di architettura.

Lavorare con un materiale imprevedibile e sempre mutabile è motivo di grande fascino per l’architetto del ghiaccio.

Il lavoro di Luca nasce anche dalla sua passione per l’inverno ed i paesi scandinavi; il tutto inizia dal suo periodo di Erasmus in Norvegia quando era studente al Politecnico di Milano, per continuare con il progetto per la tesi a Finse – una località a nord-ovest di Oslo – dove ha partecipato ad un workshop che prevedeva costruzioni con la neve. Da quel momento in poi una successione di fatti lo porta a lavorare per la prima volta all’Icehotel nel 2001 come apprendista, affiancando sia nel passato sia tutt’ora il suo lavoro per l’hotel con progetti personali di architettura nel ghiaccio. Sono state dunque una serie di coincidenze unite alla sua passione per l’inverno e i paesi del nord a portarlo a questo tipo di architettura piuttosto che a quella convenzionale.

Luca ha lavorato, dal 2010 al 2015, anche in varie parti del mondo come architetto del ghiaccio. Oltre alla Norvegia e alla Svezia, ha avuto modo di osservare come lavorano in Finlandia, Canada e Cina e le principali differenze, che possono essere sia culturali che legate ad esempio alla scelta delle luci interne degli hotel di ghiaccio. Inoltre, il colore del ghiaccio stesso, quando illuminato, viene influenzato dalle condizioni ambientali circostanti, o ancora, le temperature locali della zona influenzano la durezza del ghiaccio, come ad esempio in Canada dove le temperature sono più rigide. Tuttavia, pur riconoscendo il fascino della diversità in questo tipo di costruzioni, Luca ha più affinità per lo stile minimalista norvegese che prevede luci dai colori più naturali con sfumature che vanno dal bianco al blu.

La pratica dell’architettura nel ghiaccio non è solo un lavoro, ma un’arte affascinante e particolare dei paesi nordici, che attrae architetti, designer e artisti da tutto il mondo.

Infatti, ogni anno l’Icehotel svedese accoglie per la parte creativa circa 35 artisti da tutto il mondo. Gli architetti e designers scelti per la progettazione sono i vincitori di un concorso internazionale primaverile dedicato al tema e costruiscono anche delle sculture di ghiaccio e neve che andranno a decorare le stanze dell’Icehotel.

lucaroncoroni2016 foto fotografo asaf kliger 03

icehotel svezia