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Walter Leonardi, il fotografo sulle orme di Thor Heyerdahl

Questa storia è un po’ diversa da quelle che abbiamo pubblicato finora: il personaggio che ne è protagonista non vive in Norvegia, e non ha nemmeno un legame particolarmente forte con il paese; lo ha, al contrario, con un suo abitante. “In Norvegia non ci vengo tanto spesso” ci dice, “soprattutto adesso che Thor non c’è più”. Il Thor a cui fa riferimento non è uno qualunque, ma Thor Heyerdahl: l’uomo del Kon-Tiki, l’imbarcazione in legno di balsa con cui nell’aprile del 1947 attraversò l’Oceano Pacifico Meridionale, dal Perù alla Polinesia. Obiettivo: dimostrare la possibilità tecnica per le popolazioni sudamericane di raggiungere e colonizzare le isole polinesiane.

Oggi abbiamo avuto l’occasione di conversare, piacevolmente direi, con Walter Leonardi, autore di numerosi reportage e fotografo di volti e paesaggi, ma soprattutto fotografo ufficiale di Thor Heyerdahl per 25 anni. Per un quarto di secolo Walter Leonardi è stato al fianco di uno dei più visionari esploratori ed archeologi del secolo scorso, documentandone le spedizioni dall’Isola di Pasqua alle Isole Marchesi, dal Perù al Cile e alla Colombia, a Tenerife e alle Canarie; e infine all’amata Sicilia: terra natia di Walter.

Per ogni viaggio sarebbe bello farsene raccontare la storia, ma il tempo è limitato e così dobbiamo scegliere con attenzione le domande da fare, e in quale avventura farci condurre dalle parole di Walter. Sarà scontata, ma la prima non può che riguardare le circostanze che hanno portato il fotografo ad incontrare Thor.

È il 1970: Walter è arrivato a Colla Micheri (nel Comune di Andora, in Liguria) spingendo la sua Mini Cooper per i ripidi tornanti che dal mare si inerpicano su per la collina. Il borgo è piccolo e fra tutte le case una grande villa in mattoni attrae l’attenzione del fotografo. Poco dopo, Walter incontra una vecchina e coglie al volo l’occasione per chiederle informazioni sulla villa. “È del norvegese, Thor Heyerdahl, l’uomo del Kon-Tiki”. Quel nome non gli è nuovo, ma non ci si sofferma troppo, e decide di continuare il suo viaggio diretto verso Alassio.

Tuttavia, al destino non si sfugge, bussa insistente, e proprio nella cittadina ligure Walter si imbatte per la seconda volta, nel giro di poche ore, in un altro membro della famiglia Heyerdahl. Non Thor questa volta, ma la figlia, Annette, che ha appena vinto il concorso di bellezza di Alassio (Miss Muretto di Alassio). È proprio Annette ad introdurre Walter al padre, ed è da qui che inizia la storia dell’amicizia fra i due uomini.

Per Walter Leonardi una cosa è importante: per 17 anni, dal momento dell’incontro, non chiede nulla al famoso Thor Heyerdahl, non per un sentimento di timore o soggezione; al contrario, per rispetto. “Trovare un soggetto bello ma non approfittarne è una cosa molto rara per un fotografo”. Ad un certo punto però la voglia di accompagnare Thor in uno dei suoi viaggi è irreprimibile, e così finalmente Walter parla all’amico. Il mese dopo sono insieme sull’Isola di Pasqua.

Walter ci racconta anche del viaggio alle Isole Marchesi, dove il fotografo accompagna Thor alla riscoperta dei luoghi in cui quest’ultimo aveva vissuto 50 anni prima, quando nel 1937 vi aveva trascorso un anno con la prima moglie Liv (senza luce, acqua corrente o penicillina). Poi c’è la volta della scalata sul massiccio del Tassili nel deserto del Sahara, alla ricerca di prove: di pitture rupestri che dimostrassero l’esistenza di acqua in era prestorica. Ogni volta il rapporto fra i due diventava sempre più stretto, c’era confidenza e si parlava di ogni cosa. Walter ci descrive Thor come un personaggio meticoloso, ma con uno spiccato senso dell’umorismo. Un antropologo che aveva occhi per il bello, nella scienza come nella vita.

Fra i vari viaggi insieme, uno sarà particolarmente importante per Walter, perché lo aiuterà a realizzare uno dei suoi reportage più famosi: quello alla Città delle Stelle, centro di addestramento militare e di ricerca spaziale, prima sovietico ed oggi russo. Il tutto ebbe inizio durante un turbolento viaggio di ritorno dallo Yemen del sud (all’epoca stato marxista in guerra con la Repubblica araba dello Yemen del Nord), nel gennaio 1988. Fra i contatti che aiutarono Thor e Walter a fare ritorno sani e salvi in Italia, oltre a Fidel Castro (ammiratore di Heyerdahl), c’era un certo Yuri A. Senkevich: ex membro dell’equipaggio delle spedizioni del Ra e del Tigris, ma, cosa ancor più importante, a quel tempo medico dei cosmonauti che si addestravano proprio nella Città delle Stelle.

La visita alla base segreta di addestramento degli astronauti sovietici, era all’epoca il sogno nel cassetto di Walter Leonardi: se fosse riuscito a convincere chi di dovere, sarebbe stato il primo fotografo occidentale ad accedere alla base sovietica. Tuttavia, l’ingresso di un italiano in una base militare dell’URSS non era cosa semplice, e così trascorrono tre anni di telefonate e pratiche prima che Walter riesca ad ottenere il permesso per realizzare il proprio reportage.

In ogni avventura con Thor Heyerdahl, Walter cercava lo scatto che risultasse il più naturale possibile. Quindi niente pose, ciò che serviva era riuscire a premere il pulsante della macchina fotografica nel luogo giusto e al momento giusto. Il che poteva significare, come ricorda Walter, arrampicarsi tenendosi alla roccia con una mano e reggendo nell’altra la macchina fotografica.

Per finire, Walter accenna alla grande soddisfazione che ebbe quando, nel dicembre del 1998, chiamò Thor, che all’epoca si trovava a Tenerife, dalla Sicilia per invitarlo sull’isola a vedere la misteriosa “piramide di Cirumeddi” a Pietraperzia, in provincia di Eanna, rinvenuta poco tempo prima.

Heyerdahl non esitò un momento ad accettare l’invito, e questa prontezza, che ad altri sarebbe passata inosservata, fu invece per Walter una grande dimostrazione di fiducia in lui e nel suo lavoro. E di questo Walter gli è stato sempre riconoscente. Approfittando dell’occasione poi i due amici fecero un tour archeologico della Sicilia, organizzato da Walter appositamente per Thor. E quella fu una delle ultime scoperte di Heyerdahl che morì nel 2002.

Quando la nostra conversazione giunge al termine, ci sembra di aver appena cominciato a parlare. “Potrei raccontarvi mille cose, ma come si fa?”.

Walter e Thor, Yemen 1988

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Isola di Pasqua

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Walter, Palermo 2018 

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