Gli Ambasciatori di Polonia, Italia, Francia, Lituania, Bulgaria, Spagna e Germania (i paesi con il maggior numero di residenti in Norvegia, eccettuati i paesi nordici) sono nuovamente intervenuti con le autorità norvegesi per attirare l’attenzione sul carattere vessatorio e spesso confuso di alcune delle disposizioni adottate – nell’ambito della prevenzione della diffusione del Covid-19 in Norvegia – nei confronti dei lavoratori stranieri, e lamentare l’applicazione non sempre coerente delle disposizioni adottate.
Gli Ambasciatori hanno incontrato il 14 giugno lo staff del Ministro degli esteri e del Ministro della giustizia.
Principi chiave del messaggio trasmesso agli interlocutori sono la necessità di assicurare la libera circolazione dei lavoratori europei in Norvegia e delle persone all’interno dell’area Schengen e il diritto di stabilirsi in Norvegia con un contratto di lavoro.
Altre questioni / aree problematiche riguardano pure:
· difficoltà di rientrare in Norvegia – o problemi all’ingresso nel paese – per i cittadini stranieri che lavorano in Norvegia, ovvero che hanno un contratto di lavoro con un datore di lavoro norvegese, e per i lavoratori stagionali;
· interpretazione soggettiva delle regole di ingresso (ai cittadini stranieri è richiesta la presentazione di documenti spesso diversi da parte dei funzionari della polizia di frontiera);
· ingresso di coniugi, figli e partner di persone che lavorano in Norvegia ma non hanno lo status di residenti (non residenti);
· contestazione della pratica di “sequestrare” documenti di identità/passaporti ai cittadini stranieri alla frontiera, in particolare quando vengono trasportati nei covid hotel;
· difficoltà per coloro che – anche se provenienti da paesi non a rischio o a basso rischio – debbano transitare attraverso paesi/aree a rischio. Le restrizioni all’ingresso in Norvegia per chi proviene dalle aree a rischio si applicano anche se si transita solo per poche ore negli aeroporti in coincidenza;
· maggiore chiarezza nell’aggiornamento della carta geografica delle aree a rischio pubblicata dall’FHI.
Nella riunione del 14 giugno le autorità norvegesi hanno da un lato confermato alcune incongruenze della normativa in vigore e della sua applicazione, giustificandole con il variare frequente delle disposizioni.
È stato annunciato che dal 24 giugno p.v. i certificati vaccinali emessi nei paesi dell’UE saranno riconosciuti in Norvegia, per effetto dell’accesso norvegese al database europeo. Dal 1 luglio la Norvegia dovrebbe pure aderire all’iniziativa del green pass europeo.
Nei prossimi giorni proseguiranno le azioni per sensibilizzare le autorità norvegesi su tali temi.