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Biblioteche al freddo: una buona pratica italo-norvegese.

La Biblioteca Apostolica Vaticana (BAV) ha consegnato questa settimana copia di suoi 30 preziosi manoscritti – digitalizzati e riversati su nastro – nell’Arctic World Archive, ospitato nelle isole Svalbard, in Norvegia.

L’Archivio e’ stato inaugurato nel 2017 ed e’ situato nelle profondità delle montagne artiche in condizioni climatiche ideali per la conservazione. L’archivio – analogo in sostanza al ruolo svolto dallo Svalbard Global Seed Vault per le piante – si trova all’interno di una miniera di carbone abbandonata sulle Svalbard.

I manoscritti digitalizzati e depositati nel bunker artico sono del tutto unici: dalla prima Bibbia, alla prima edizione della Divina Commedia, a manoscritti di opere di Virgilio, a papiri antichi.

Tali documenti saranno conservati nell’archivio artico per almeno 1000 anni.

Da vari decenni la conservazione digitale su nastro permette di microfilmare i manoscritti, così da averne una copia di garanzia. I manoscritti inviati alle Svalbard sono stati riversati digitalmente con una tecnologia brevettata dalla società Piql As di Drammen (Oslo): si tratta di preservare, all’interno di una speciale pellicola, la cui durata è garantita per almeno 500 anni, qualsiasi tipo di dati digitali in forma binaria semplice (0101), in una modalità open source, che rimanga inalterabile e che possa allo stesso tempo venir recuperata in futuro in modo facile e veloce.

Per quale motivo anche questo tipo di conservazione dei dati? Semplicemente, ma certo saggiamente, per un atteggiamento di prudenzialità: meglio avere una copia in più che conservi i dati digitali così faticosamente raccolti.

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Foto: Mari Tefre/Global Crop Diversity Trust