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Martino Cambursano, l’Italiano che ha portato i suoni orientali ad Oslo

Se siete appassionati di musica e siete alla ricerca di nuovi ritmi e suoni dai sapori orientali, abbiamo trovato lo strumento che fa per voi: l’handpan (letteralmente, in italiano: “padella a mano”). Siamo andati alla scoperta della storia di questo particolare strumento e ne abbiamo parlato con Martino Cambursano, il primo insegnante italiano di handpan a Oslo.

La storia dell’handpan inizia nel 2000 ad una conferenza in un posto esotico, Port of Spain, a Trinidad e Tobago. Due artigiani svizzeri, Felix Rohner e Sabina Schärer, presentano la loro creazione, l’handpan, frutto di quasi vent’anni di ricerca, studio della fisica dei materiali e dell’acustica e degli strumenti del Medio e dell’Estremo oriente. Cercando di combinare in un unico strumento melodia e ritmo, percussioni e tonalità, Felix e Sabina danno vita all’handpan, fondendo le caratteristiche di altri strumenti a percussioni quali il gong, lo steel drum, i cembali e i piatti tibetani.

L’handpan non ottiene il successo sperato, viene considerato “uno strumento da vecchi tempi” perché suonato con le mani, e i due svizzeri tornano a casa, a Berna. Non dandosi per vinti, una volta in Svizzera lo perfezionano e lo producono, creando il marchio Hang (che nel dialetto bernese vuol dire “mani”).

Oggi l’handpan è diffuso in tutto il mondo, e da strumento di nicchia negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede in vari ambienti, da quelli dello yoga e della meditazione ai vari festival musicali internazionali.

L’handpan appartiene alla categoria degli strumenti “idiofoni”, il cui suono cioè è prodotto dalla vibrazione del corpo stesso; è composto da due semisfere di metallo unite tra di loro che gli danno una forma “ad UFO”. La parte superiore ha una protuberanza (la stessa che hanno i gong) mentre sulle parti laterali sono presenti sette incavature, che vanno a comporre ben tre ottave tonali.

È uno strumento fatto a mano e molto delicato: bisogna infatti evitare l’esposizione al sole e all’acqua, usare custodie ad hoc per proteggerlo da cadute e colpi. La sua delicatezza, il lungo procedimento per costruirlo e il fatto che ce ne siano ancora pochi sul mercato, rendono l’handpan uno strumento ancora molto costoso.

Martino Cambursano è un ragazzo astigiano, di ventotto anni; e’ arrivato ad Oslo nel 2017. Ha scoperto l’handpan tramite dei video Youtube dodici anni fa, e se n’è innamorato. È riuscito a procurarsi un handpan solo due anni dopo, a Torino, non essendo ancora uno strumento molto diffuso in Italia.

Con grande impegno ha imparato a suonare lo strumento da autodidatta, guardando video su Youtube. Avendo già una base in percussioni, Martino non ha avuto grandi difficoltà. Ha cominciato da poco a prendere lezioni con un maestro professionale, a Roma, in quanto vorrebbe poter sperimentare l’handpan in tutte le sue sfumature di suoni, utilizzando non solo i polpastrelli ma tutte le dita.

Martino ha trovato ad Oslo un ambiente molto accogliente per il suo strumento e la sua arte: suona in diverse sessioni di yoga e meditazione, ma anche per eventi privati o per festival di musica, in collaborazione con altri musicisti, classici ed elettronici, e insegna a diverse persone. Ad oggi non ci sono molti suonatori di handpan in Norvegia, e Martino è per fortuna molto richiesto. Quando gli si chiede delle difficoltà dell’essere un musicista, risponde: “l’importante è avere sempre del sentimento quando suono”.

Il sogno di Martino è quello di “poter suonare insieme a qualcuno” questo strumento, ancora di nicchia. Ha aperto una scuola qui in Norvegia, e vorrebbe un giorno organizzare anche un laboratorio di costruzione di handpan, con lo scopo di rendere lo strumento più accessibile a tutti gli appassionati.

Se vuoi ascoltare un brano di musica di Martino, clicca qui (Sunrise of handpan in Norway)

martino cambursano foto