L’edizione 2019 dell’Arctic Circle (http://www.arcticcircle.org/), che si e’ svolta dal 10 al 13 ottobre u.s., ha confermato l’evento di Reykjavik come la maggior piattaforma globale sui temi artici: politici, diplomatici, scienziati, accademici, imprenditori, ambientalisti e media manager hanno discusso in modo serrato ed informale della governance e del futuro dell’Artico.
L’Assemblea di quest’anno, organizzata come sempre dal rispettato ex presidente islandese Olafur Ragnar Grimsson, ha attirato circa 2000 partecipanti da 60 paesi e si è articolata in oltre 180 sessioni, per discutere le priorità e le politiche da realizzare nella regione artica e per illustrare e paragonare le esperienze. Un mix di politica, business e ricerca scientifica che continua a riscuotere notevole interesse.
Nel corso dei lavori l’Italia, dopo la positiva esperienza dello scorso anno, ha organizzato una sessione tematica dal titolo “High tech prevention and preparedness in critical environments”, introdotta dall’Inviato speciale per l’Artico del Ministero degli Esteri italiano, Ambasciatore Carmine Robustelli.
Antonello Provenzale del CNR, Alcide Di Sarra dell’ENEA e Stefania Amici dell’INGV hanno trattato vari aspetti relativi agli incendi, che sempre più stanno divenendo un problema cruciale in Artico, facendo stato di attività italiana di ricerca nella regione, ma anche di esperienze nel Mediterraneo che potrebbero risultare utili nella regione artica. Roberta Ivaldi dell’Istituto Idrografico della Marina Militare, Ingrid Hunstad dell’INGV e Andrew Kendrick di Vard/Fincantieri hanno illustrato diversi studi ed esperienze in tema di navigazione in Artico, mentre Melania Buffagni di ENI ha spiegato le attività della Società in materia di prevenzione e risposta all’oilspill nei propri siti operativi in Norvegia ed Alaska.
Dagli interventi sono emersi un articolato quadro dell’elevato livello tecnologico dell’apporto italiano, e un’apprezzata ed efficace integrazione tra industria e ricerca.