A livello politico, sono il Parlamento norvegese e il Governo a stabilire le condizioni quadro e a identificare i maggiori obbiettivi del settore della ricerca. Ogni ministro è responsabile del conseguimento di questi obbiettivi. Il Ministero dell’Educazione e della Ricerca è responsabile del coordinamento delle politiche governative e dispone di circa metà del budget totale di investimento nella ricerca. Il Ministero dell’Industria, del Commercio e della Pesca è la seconda fonte più importante di finanziamento.
A livello strategico, è il Consiglio nazionale per la ricerca (Forskningsrådet) ad avere una funzione chiave. Questo organismo dispone di quasi un terzo del budget totale per la ricerca e funge inoltre da consigliere per le scelte politiche del governo. La suddetta istituzione, nata in seguito alla fusione di cinque consigli di ricerca, è stata fondata nel 1993. Alla base della decisione il desiderio di consentire una concentrazione delle competenze per perseguire gli obbiettivi strategici per la Nazione e un raffrozamento delle sinergie per una diminuzione dei costi. Il Consiglio di ricerca norvegese, che dispone di una certa autonomia nella gestione del budget, nella sua visione strategica per la destinazione delle risorse finanziarie, dà la priorità alle seguenti aree strategiche:
- ricerca ambientale
- ricerca e sviluppo per l’industria
- ricerca marina
- ricerca di base
- formazione di personale scientifico
- collaborazioni internazionali per la ricerca
A livello operativo, troviamo le industrie, le istituzioni per la ricerca, le università e le accademie (høyskoler). Le università e le accademie operano anche a livello strategico, tanto che circa il 40% dei fondi per la ricerca è indirizzato a queste due istituzioni.
Considerando insieme le università e le istituzioni operanti nel campo della ricerca, le scienze quantitative e naturali ricevono rispettivamente il 25% e il 21% delle risorse. La Norvegia, d’altra parte, è all’avanguardia nel campo dell’itticoltura, soprattutto nell’allevamento dei salmoni e in tutte le relative innovazioni scientifiche. Anche le scienze sociali hanno avuto una rapida crescita negli anni scorsi. Quasi la metà della ricerca norvegese viene però effettuata nelle industrie ed è focalizzata soprattutto sui materiali grezzi quali il petrolio (di cui la Norvegia è un grande produttore ed esportatore) e il gas. In Norvegia vi sono anche molte industria che investono in R&D in misura molto maggiore rispetto alle loro controparti straniere, soprattutto nel farmaceutico, aerospaziale, elettronico da consumo e professionale. Un terzo della spesa per la ricerca è destinata al settore dell’information technology.
In Norvegia, la spesa destinata alla ricerca è leggermente al di sotto della media UE ed è inferiore di mezzo punto percentuale alla media dei paesi OCSE.
La ricerca scientifica in Norvegia
Il piano per la ricerca e l’istruzione superiore si prefigge tre obiettivi principali:
- innalzare il livello di innovazione e competitività del paese;
- sviluppare comunità e gruppi di ricercatori, in vari settori, di elevata qualità e profilo internazionale;
- porre la Norvegia nelle condizioni di far fronte alle sfide ambientali e dello sviluppo tecnologico.
Il piano individua cinque aree tematiche principali verso cui destinare la gran parte delle risorse finanziarie per la ricerca. Esse sono:
- mari ed oceani;
- clima, ambiente, energie pulite e sostenibili;
- innovazione del settore pubblico;
- protezione civile e coesione sociale;
- tecnologie industriali.
I settori di ricerca tradizionalmente forti in Norvegia sono:
- Artico
- cambiamenti climatici
- salute pubblica
- geologia e scienze della terra
- attività marine e marittime
- tecnologie petrolifere
- pubblica amministrazione e governance
- energie rinnovabili
Il sistema educativo e della ricerca in Norvegia
Siva è l’ente per il finanziamento dello sviluppo industriale.
Eksfin è l’agenzia di credito per l’esportazione.
Enova è l’ente per il finanziamento della transizione verde.
SkatteFUNN è un programma per aiutare le imprese a scegliere soluzioni verdi e conveninenti dal punto di vista fiscale.
Il livello di istruzione in Norvegia è molto elevato e secondo solo ai Paesi Bassi. Gli istituti di ricerca sono 68, nel paese, una decina dei quali fanno parte di campus universitari.
La spesa in ricerca e sviluppo (R&S) in Norvegia è di circa 4 miliardi di euro all’anno. Circa il 2% del PIL del paese è investito in ricerca e sviluppo. I finanziamenti provengono da istituzioni come il Consiglio per la ricerca (Forskningsrådet), l’Unione Europea, SkatteFUNN, Innovation Norway e Siva.
Il settore industriale è quello che investe maggiormente in ricerca in Norvegia (46%), seguito dall’università (34%) e dagli istituti di ricerca (20%).
Per quanto riguarda il numero di ricercatori presenti sul territorio norvegese, sono circa 40.000 gli uomini e 24.000 le donne che prendono parte a progetti di ricerca e sviluppo. Si tratta di ricercatori, personale accademico, tecnici o altro personale di supporto. La percentuale di ricercatrici impegnate nel settore industriale è del 23%, del 45% negli istituti di ricerca e del 50% nel settore dell’istruzione superiore e nel settore sanitario.
Circa il 30% dei ricercatori e del personale accademico è costituito da immigrati o discendenti di immigrati. Si tratta di una crescita significativa rispetto al 2007 (18%).
La maggior parte dei ricercatori stranieri presenti in Norvegia è costituita da tedeschi. Il numero di ricercatori italiani è di circa 500 unità.
Quasi 2.000 dottorandi completano la tesi presso istituzioni norvegesi annualmente. Circa la metà dei dottorandi sono donne. La proporzione di dottorandi stranieri ammonta a circa il 40%, mentre era di poco superiore al 10% all’inizio degli anni 2000.
La Norvegia partecipa al programma europeo Horizon alle stesse condizioni degli stati membri dell’UE. Horizon è una piattaforma per la cooperazione internazionale e l’innovazione. Il Consiglio norvegese della ricerca incoraggia i ricercatori e le aziende a partecipare al programma europeo.
Ad aprile 2021 la Norvegia aveva ricevuto quasi il 2,5% dei fondi, ha partecipato a più di 1.800 progetti e ha ricevuto finanziamenti pari a 10 miliardi di euro.
Il numero di brevetti depositati in Norvegia ha un trend negativo se si escludono i brevetti “verdi”, il cui numero è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni.
Basandosi sulla frequenza delle citazioni, la ricerca norvegese ha un’elevata influenza su quella degli altri paesi. La Norvegia si colloca al 10mo posto su 43 nazioni per il numero di citazioni. Ciò significa che gli articoli norvegesi sono stati citati il 20% in più rispetto alla media mondiale. Un numero crescente di articoli viene pubblicato da riviste specializzate.
La ricerca norvegese si basa sempre più sulla cooperazione internazionale: più della metà degli articoli pubblicati è scritto assieme a ricercatori provenienti da istituzioni straniere. La quota era del 40% nel 2011.
Le grandi imprese norvegesi puntano sempre più sull’innovazione “verde” al fine di rafforzare la reputazione e il profitto, fattore che incentiva il settore della ricerca e stimola gli investimenti.
Fonti:
– Istituto norvegese per i programmi di innovazione e la ricerca (NIFU)
– Centro nazionale di statistica norvegese (SSB)
– Consiglio Nazionale per la ricerca (Forskningsrådet)